sabato 29 dicembre 2007

Omicidio di Stato



Qualcuno bussa alla tua porta. E' lo Stato. Ti porta via dalla tua famiglia. Da tuo figlio di 14 anni. Ti accusa di aver coltivato delle piantine di canapa indiana nell'orto di casa. Ti mette in cella. Ti uccide. Non è l'Argentina dei colonnelli e neppure l'Unione Sovietica di Stalin. E' l'Italia di Mastella e di Amato. Aldo Bianzino è stato assassinato in carcere. Ucciso due volte......
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venerdì 28 dicembre 2007

Assinio di Stato



Non so più in cosa credere. Oggi nell'assordante e ingiusto silenzio dei media, tramite la rete ma soprattuto tramite il blog di Grillo si è venuto a sapere che lo Stato ha fatto morire o meglio ha ucciso nelle prigioni sempre sovraffollate che aspettano di nuovo l'indulto, un nostro concittadino. Secondo i racconti della moglie Roberta Radice, di Aldo Bianzino , così si chiama l'uomo ucciso, lei e suo marito sarebbero stati oggetto di una perquisizione da parte dell'autorità competente provvista di mandato nella propria abitazione, tale perquisizione non ha avuto riscontri o eventuali ritrovamenti di natura illegale, nel prosequio della perquisizione si sono andati a scandagliare i terreni del Radice, nei quali sono stati rinvenute alcune piante di marijuana, che Roberto coltivava ai fini dell'uso personale. Fino a qui niente di irregolare solo prassi della maggior parte delle perquisizioni, il prosequio vi lascerà stupito. Come a me ha lasciato sconcertato la moglie nella narrazione dell'avvenimento su youtube.
La storia continua con i due marito e moglie che vengono separati dal figlio di 14 anni e vengono portati in questura ove vengo effettuate le procedure di rito come l'identificazione e la presa del'impronte. I due vengono in seguito trasferiti presso il carcere.

Be voi penserete niente di strano hanno seguito la procedura. Be!! io la reputo una stronzata, per cui chi viene trovato in possesso di sostanze stupefacenti sia in via preventiva messo in galera e chi ruba cifre esorbitanti, oggi il Re del più potente gruppo italiano bancario (Cesare Geronzi) sia libero, che se ti trovano con una stecca di fumo e trenta euro rischi l'accusa di spaccio e quindi sei anni di reclusione, be trovo becero e ipocrita che solo perché voleva fumare un po' debba essere considerato un drogato costretto dal suo stesso vizio a spacciare, mentre chi come Kate Moss beccata con le mani nel sacco, durante l'uso di una sostanza molto più deturpante di tutte le droghe leggere, la cocaina, sia considerata dai media prima come un errore e poi ri-adorata come membra dello star sistem, oltre alla morale inesistente della televisione cialtrona, tutto ciò ha generato solo benefici, soprattuto al suo cachet facendogli raddoppiare i contratti.

Al di la delle mie considerazioni personali sulla giustizia e su i suoi modo, avevamo lasciato Aldo e Roberta in galera ove vi erano entrati verso le 9 del mattino, verso le 12 Roberta viene chiamata in sala in ove le vengono rivolte numerose domande riguardanti l'esistenza di possibili patologie o situazioni di pericolo per la salute del marito, accennando numerose volte a possibilità di svenimenti nei periodi precedenti. E palpabile la faccia stupefatta della signore che in tale circostanza apprende che suo marito si trovo in pericolo di vita e che è in ospedale per poi essere rispedita in cella. Quando viene chiamata poco dopo gli viene comunicato che verrà scarcerata, subito Roberta raccatta la sua roba e si precipita giù ove dal precedente interlocutore accompagnato da un suo collega particolarmente indaffarato che suo marito è morto. Stupisce inevitabilmente il modo come le viene comunicato, tramite la risposta alla sua domanda "quando potrà rivedere suo marito?" risp:"martedì dopo l'autopsia!". Una sola parola è adatta a descrivere tale incuranza delle sensazioni altrui , agghiacciante e allo stesso tempo raccapricciante. Nell'ultima parte la compagna di Aldo si limita a raccontare o meglio
evidenziare le parole del medico che gli farà l'autopsia, esso infatti gli comunicherà il vero motivo della morte cioè la lesione di organi vitali tramite percosse ben assestate, organi come il fegato spappolato, le percosse date in modo da non lascar segno con una tecnica di tipo militari o meglio insegnata in tali ambienti. Strano è davvero strano. Mi risulta anche strano il fatto che non sia possibile visionare i filmati e che nessuno in un carcere, che per logica dovrebbe essere un luogo di massima sicurezza quindi controllatissimo, abbia visto ne sentito niente, a me suona tanto di omertoso.


Allora chi si cerca di coprire. Io di certo non lo so ma come voi imaggino un esponente dell'arma uscito di senno, si, insomma..... che durante un interrogatorio fatto utilizzando qualche piccolo ceffone per addolcire il criminale , metodo che i tutori dell'ordine non hanno mai abbandonato e che tuttora continuano ad utilizzare, lo dico solo perchè 2 mesi fa e capitato a me personalmente, Aldo Bianzino è stata una vittima della foga del momento della sbroccatura di qualcuno che ha trasformato tutto ciò in un dramma. Ai familiari non resta che spiangerlo, e allo Stato non resta ancora una volta che vergognarsi.

La giustizia muore nei commissaria nelle carceri dove questi ed altri abbusi vengono perpretrati ai danni di uomini che stanno già scontando le loro pene. Alle forze dell'ordine va l'incombenza del primo intervento quello sul campo, il più difficile secondo molti, ma anche il più efficace, è per questo che va fatto con precisione chirurgica e senza mai lascare il dubbio di aver potuto abusare di tale onore, difendere il proprio popolo dalle minacce interne.

A me non resta che immettermi nella lunga lista di condoglianze che porgo alla signora Roberta, è lei la vittima più grande di quest'ingiustizia. Lei una donna che con 250€ della pensione di invalidità dovra dare un futuro al figlio, impossibile di questi tempi.

Per questo vi chido uno sforzo economico da inviare al c\c 27113620 intestato a Roberta Radice in modo da renderle leggermente più agevole, questi momenti di estrema tristezza e smarrimento, permettendogli anche tramite i nostri fondi ,di mettere un avvocato capace di portar avanti la Giustizia quella in cui quelli come noi credeno e non rendere vano il sacrificio prezioso come quello della vita di un padre di famiglia.

Al prossimo post e buona navigazione.

giovedì 27 dicembre 2007

L'italia che non si vede


il mondo del web 2.0 è forse saturo di queste forme di condivisione di informazione come possono essere i blog, anche se molti vengono utilizzati come facciata ed è palpabile da parte dei loro blogger un totale disinteresse verso tale strumento, ne cito uno a caso ma che è l'esempio calzante della categoria di blog che intendo evidenziare, il blog di Mastella , il nostro autorevole ministro di Grazia e indulto, che ci degna dei suoi inutili post sempre più di rado con la scusa dell'impossibilità dettata dalle sue incombenze di natura sicuramente più importante. E' per questo che nonostante la saturazione o ritenuto che alcune voci vanno fatte ascoltare alla gente anche se nel coro collettivo non cambiano di molto l'intonatura. Per chi come me in questo momento si è reso conto di dover intervenire, di dover dare il suo contributo non più come semplice commentatori di questo o di quell'altro blog. Lo strumento va utilizzato a pieno. Di certo continuerò a commentare ma tenterò anche di farmi commentare dalla rete. In tale comportamento noto uno spiccato senso del dovere di certo più profondo di molti politici che evadono dall'avanguardia della telecomunicazione con lo stesso stile della volpe che imprecava verso l'uva. Loro come la volpe, data la loro incapacità nell'utilizzo di tale mezzo comunicativo, lo abbandonano il grappolo a se stesso. Non sapendo che "l'uva" in questione non è marcia ma anzi è molto più saporita di qualunque altro grappolo mai assaporato, e che gli sforzi che a essi vengono richiesti per assaporarla non sono che una piccolissimo sacrificio in confronto al lauto compenso, mi viene da dirgli che non sanno nemmeno cosa si perdono.
Ritorniamo al motivo che ha fatto si che io creassi questo blog. Tutto è stato scatenato da questa frase della Fallaci " Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".
Capirete che il nome che ho dato al blog non è di pura fantasia anzi sintetizza quello che nel tempo avvenire saranno i temi che tratterò nel mio blog. Darò spazio all'italia (la lettera piccola è un errore ortografico volontario, che ne evidenzia ormai il declino, sancito dal sorpasso spagnolo, dalla ricerca del censis che ci ha definito una poltiglia, un'accozzaglia quasi in concordanza con gli articoli esposti sul New York Time che hanno evidenziato solo il peggio, perché forse non vi è rimasto nulla di buono) quella vera, quella che non passa mai sui giornali ne nelle televisioni, offuscata dalla nebbia che quest'ultimo generano al fine di nasconderci la verità, e il risultato è che l'italia non si vede.

il primo passo


Oggi 27 dicembre 2004 ho scelto di non tacere più e per far ciò ho deciso di istituire la mia voce in rete tramite questo splendido strumento tecnologico. lo scopo della maggior parte della mia trattazione blogg istica si diversificherà su vari aspetti della nostra società cercando di creare una specie di riepilogo sulla situazione attuale italiania, non di certo solo per il semplice nostro piacere di chiacchieroni, ma più che altro sperando che un giorno la storia nella sua narrazzione obbiettiva ne tenga conto. Pretese un pò ambiziose, ma non vi preocuppate è coadiuvata da un gran talento che nel prosequio sono sicuro evidenziero a pieno, o almeno spero. Il primo passo non è altro che l’apertura di questo blog. i
Invitando gli amici che transiteranno sul mio blogg ad emmettere critiche anche più che spudorate e spietate su i miei post. ciao tanti auguri, e buona navigazione.