giovedì 27 dicembre 2007

L'italia che non si vede


il mondo del web 2.0 è forse saturo di queste forme di condivisione di informazione come possono essere i blog, anche se molti vengono utilizzati come facciata ed è palpabile da parte dei loro blogger un totale disinteresse verso tale strumento, ne cito uno a caso ma che è l'esempio calzante della categoria di blog che intendo evidenziare, il blog di Mastella , il nostro autorevole ministro di Grazia e indulto, che ci degna dei suoi inutili post sempre più di rado con la scusa dell'impossibilità dettata dalle sue incombenze di natura sicuramente più importante. E' per questo che nonostante la saturazione o ritenuto che alcune voci vanno fatte ascoltare alla gente anche se nel coro collettivo non cambiano di molto l'intonatura. Per chi come me in questo momento si è reso conto di dover intervenire, di dover dare il suo contributo non più come semplice commentatori di questo o di quell'altro blog. Lo strumento va utilizzato a pieno. Di certo continuerò a commentare ma tenterò anche di farmi commentare dalla rete. In tale comportamento noto uno spiccato senso del dovere di certo più profondo di molti politici che evadono dall'avanguardia della telecomunicazione con lo stesso stile della volpe che imprecava verso l'uva. Loro come la volpe, data la loro incapacità nell'utilizzo di tale mezzo comunicativo, lo abbandonano il grappolo a se stesso. Non sapendo che "l'uva" in questione non è marcia ma anzi è molto più saporita di qualunque altro grappolo mai assaporato, e che gli sforzi che a essi vengono richiesti per assaporarla non sono che una piccolissimo sacrificio in confronto al lauto compenso, mi viene da dirgli che non sanno nemmeno cosa si perdono.
Ritorniamo al motivo che ha fatto si che io creassi questo blog. Tutto è stato scatenato da questa frase della Fallaci " Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".
Capirete che il nome che ho dato al blog non è di pura fantasia anzi sintetizza quello che nel tempo avvenire saranno i temi che tratterò nel mio blog. Darò spazio all'italia (la lettera piccola è un errore ortografico volontario, che ne evidenzia ormai il declino, sancito dal sorpasso spagnolo, dalla ricerca del censis che ci ha definito una poltiglia, un'accozzaglia quasi in concordanza con gli articoli esposti sul New York Time che hanno evidenziato solo il peggio, perché forse non vi è rimasto nulla di buono) quella vera, quella che non passa mai sui giornali ne nelle televisioni, offuscata dalla nebbia che quest'ultimo generano al fine di nasconderci la verità, e il risultato è che l'italia non si vede.

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